“Karl Marx Technofuturist”
Nell’era del capitalismo imposto come unica realtà possibile l’autore tenta recupera l’icona di un modello di pensiero considerato estinto, oggi denigrato e quasi occultato. Una ricollocazione nella cultura presente della figura di Marx nell’epoca in cui la globalizzazione capitalista sta collassando tra pandemie e cambiamenti climatici, crisi economiche e rivolte razziali e sociali.
Amptek, fra iconografie di future-pop-art, riporta Marx nel presente utilizzando i suoi ritmi in bilico fra electro, techno e spezzettamenti timbrici e i suoi suoni surreali.
L’album si muove tra sonorità completamente sintetiche a sottolinearne l’assolutismo tecnologico della rappresentazione, mentre nell’album precedente uscito a febbraio “Mindhacker” concedeva vari spazi a strumenti più classici come le chitarre e proponeva una personale visione del glitch-noise.
“Karl Marx Technofuturist” si concentra invece su ambienti e groove riconducibili alla tradizione della techno e dell’electro sperimentale territorio tipico dell’autore e amplia il terreno di esplorazione delle armonie, delle strutture formali atipiche e dei contrappunti minimalisti.
Brani come “Plusvalore (Age of Industrialization Version)”, prima traccia del disco ad essere diffusa in video, o “Capitalism in Meltdown” si collegano direttamente allo stile più tipico delle produzioni di Amptek di ispirazione dance, mentre “Cybermarxism” o “Plusvalore pt.2 (About the Crisis Version)” si inoltrano in spazi più sperimentali dove irregolarità ritmiche e sequenze armoniche atipiche si connettono alla ricerca timbrica e sonora.